Il gesto tecnico della letteratura - secondo tempo
Giacomo Leopardi, Yamina Benahmed Daho e Megan Rapinoe
Ciao,
non ho molto da spiegare, e nemmeno un manifesto da offrire.
Reflecting Shards non ha urgenza, non ha programma.
È solo un non-luogo dove possono affiorare pensieri su ciò che vedo, leggo, ascolto.
Ogni frammento proverà a riflettere qualcosa di diverso.
Questa sera le azzurre giocano la semifinale.
Il Gesto Tecnico della Letteratura parla di goal che commuovono, di calcio come metafora esistenziale e di Sisifə che crossano il loro masso. Questo è il secondo tempo.
Ma, come tutto qui, è solo un inizio.
Il gesto tecnico della letteratura - secondo tempo
"Il lavoro di un giocatore della nazionale maschile comporta maggiori responsabilità rispetto al lavoro di una giocatrice della nazionale femminile. Non è uno 'stereotipo sessista' riconoscere i diversi livelli di velocità e forza richiesti per i due lavori.
Al contrario, si tratta di 'scienza indiscutibile'."
Queste parole sono state ufficialmente depositate in tribunale, per la precisione presso il United States District Court for the Central District of California, un tribunale federale che ha sede a Los Angeles. Era il 9 Marzo del 2020, un venerdì.
Un anno prima le giocatrici del Women’s National Soccer Team (WNT) avevano fatto causa alla United States Soccer Federation (USSF) per discriminazione salariale. La scienza che non si può discutere pare però che sia un’altra: quella dei dati.
Aitana Bonmatí i Conca, la calciatrice più pagata del mondo, riceve un salario annuale di circa 830 000 dollari. Per lo stesso arco di tempo, Cristiano Ronaldo, il calciatore più pagato del mondo, percepisce uno stipendio stimato di 285 milioni di dollari. La matematica è elementare: Bonmati deve lavorare 343 anni per ottenere quanto Ronaldo guadagna in un anno.
Per il Mondiale del 2023, le donne hanno guadagnato 25 centesimi per ogni dollaro dei colleghi maschi. Un progresso, se vogliamo essere ottimisti: nel 2019 erano 8 i centesimi. Ipotizzando un andamento lineare, dovremmo raggiungere la parità nel 2041. Circa.
Ma chi se lo guarda il calcio femminile?
Fa strano pensare a questi numeri, considerando che il primo campionato mondiale di calcio femminile non è stato neanche organizzato dalla FIFA. Il Trofeo Martini e Rossi è stato allestito dalla FIEFF (Federation of Independent European Female Football) tra il 6 e il 15 luglio 1970 .
Solo nel 1988 la FIFA ha promosso un torneo su invito in Cina, chiamandolo Women's Invitation Tournament, anziché World Cup - un successo. Tre anni dopo, sono stati disputati i primi mondiali.
Da allora, molto è cambiato. La strategia del Big Game (partite nei grandi stadi, marketing mirato) ha generato un aumento del 182% di presenze nelle semifinali, +267% nella WSL, +261% nella Bundesliga femminile 2022-23. Sponsorizzazioni? Adidas, Nike, Visa, Heineken, Barclays. Lo sponsoring nel calcio femminile cresce del 50% più rapidamente di quello maschile. L'86% dei brand è soddisfatto o oltre le aspettative.
Ma non è solo questione di soldi. È anche una questione di letteratura.
Poule D
Nel 2014 Yamina Benahmed Daho pubblica Poule D: il primo romanzo francese interamente dedicato al calcio femminile. È la storia di Mina, trentenne che realizza un sogno d'infanzia iscrivendosi per la prima volta a un club. Ma è anche una storia di storture. Mina deve comprare le scarpe da calcio nella sezione bambini perché i modelli per donne adulte semplicemente non esistono. La sua squadra viene sempre relegata ai campi di seconda scelta, agli orari che nessuno vuole, alle attrezzature di scarto. Gli avanzi dello sport che conta.
Un po’ di scienza
Avanzi a cui non manca nulla - le donne non giocano peggio. Giocano diversamente. Ricerche di biomeccanica mostrano pattern di attivazione muscolare esplosivi con tempismo superiore. Il calcio femminile utilizza maggiormente tronco e arti superiori, creando un'estetica del movimento tecnicamente diversa, ma altrettanto sofisticata. Non sono meno forti, non sono meno veloci. Giocano diversamente.
E questo cambia tutto.
Cambia tutto, nonostante se ne sappia ancora poco. Le donne rappresentano solo il 39% dei soggetti nella ricerca medico-sportiva, e un misero 3-6% negli studi specifici sulle performance atletiche: sono dati che salvano o rovinano vite.
Le atlete hanno probabilità da 2 a 8 volte maggiori di lesioni al crociato rispetto agli uomini, con recidive più frequenti e recuperi più lunghi. Sperimentano il 50% in più di commozioni cerebrali, con sintomi e tempi di guarigione completamente diversi. Il ciclo mestruale, invece di essere studiato come variabile prestazionale, è stato per decenni sistematicamente considerato "rumore nei dati". Come se metà della popolazione mondiale fosse affetta da un fastidioso disturbo statistico.
Ma c’è anche un altro tipo di dato. Il calcio femminile crea un ambiente più sicuro, con meno volgarità, meno ubriachezza, meno aggressività.
È come se, non avendo ereditato la tossicità di certe culture calcistiche maschili, stesse creando qualcosa di nuovo.
Niente di meno
«Non accetteremo niente di meno della parità retributiva.»
Megan Rapinoe ha la fermezza di chi non intende più trattare sul valore del proprio lavoro. Le sue parole arrivano pochi mesi dopo che la U.S. Soccer Federation aveva depositato in tribunale una memoria difensiva che sosteneva, neanche troppo tra le righe, che il calcio femminile valesse meno. La risposta non poteva essere più chiara.
E così è stato.
Nel febbraio 2022, dopo tre anni di udienze, appelli e un dibattito pubblico acceso, la federazione ha firmato un accordo storico: per la prima volta, si impegnava formalmente a garantire la parità salariale tra uomini e donne. Non solo nei contratti, ma anche nei premi FIFA, nei bonus partita, nei riconoscimenti economici globali.
«Quello che ci rende felici,» ha dichiarato Rapinoe, «è sapere che non sarà solo per noi. Lo abbiamo fatto per le ragazze che verranno, perché non debbano mai più chiedere ciò che è già loro di diritto.»
Sisifə felice
Per due secoli, il calcio come metafora della vita ha avuto un volto preciso: quello di un Sisifo in pantaloncini corti, con i piedi lunghi e un pene. Spinge il suo pallone-masso su per il campo della sua esistenza, sapendo che domani dovrà ricominciare da capo.
Ma cosa succede quando scopri che Sisifə può anche essere diversə?
Che può spingere quel masso in modo diverso, con gesti che nessuno aveva mai visto prima, con un’estetica nuova, non prevista. Un’estetica che non è imitazione, ma pura immaginazione e creazione. Che non chiede spazio, lo inventa.
Paolo Nori ha ragione: ci sono cose che fanno piangere. La letteratura russa. Le partite del Parma. Il goal di Xhemaili.
Ma forse ce n’è un’altra ancora: il momento in cui capisci che un campo da gioco, una pagina bianca, un’equazione irrisolta non appartengono a nessunə in particolare, ma a chiunque abbia il coraggio di entrarci.
L’arbitro fischia tre volte.
Se sei arrivatə fin qui, grazie.
Non so ancora quale sarà il ritmo di questi invii - sicuramente irregolare.
Se ti è piaciuto, puoi condividerlo.
Ancora grazie,
I.
Reflecting Shards: frammenti di scienza, politica, arte.
Fino al luglio 2022 le calciatrici italiane erano classificate come dilettanti, non professioniste. Questo significava nessuna garanzia di salario minimo, nessun contributo pensionistico e nessuna protezione lavorativa formale.
Ma per questo bisognerà aspettare i tempi supplementari.